Come fare per… Presentarsi a un colloquio – Parte seconda

Nel post precedente si è parlato di come presentarsi ad un colloquio dal punto di vista estetico.
Ora, una volta giunti in agenzia o in azienda , dopo aver colpito il vostro selezionatore (non in modo violento!!!) dovrete far breccia nel suo cervello (e perché no, magari anche nel suo cuore!) dimostrando di essere coscienti di ciò che state andando a fare e della posizione per la quale vi siete candidati.

Punto primo: non esordite con “eh, ho mandato tanti curriculum, non so quale annuncio è il vostro!”. Pessima figura!!! Lo so che nella ricerca di lavoro spesso si mandano un sacco di cv e a volte non ci si ricorda il nome dell’agenzia che ha pubblicato l’offerta ma, a differenza di quanto può accadere durante un colloquio telefonico, vi assicuro che c’è un metodo infallibile per ovviare a questo inconveniente: SCRIVERSELO!
Potreste tenere un piccolo quaderno nel quale appuntare il titolo dell’offerta, il luogo di lavoro e il nome dell’agenzia/azienda che l’ha pubblicato. Per i più audaci, è suggeribile usare Word o una fantastica tabella di Excel. In questo modo si terrebbero aggiornate le candidature in modo più snello e si utilizzerebbero degli strumenti sempre richiesti (alla domanda “sa usare il pc?” rispondere “uso facebook tutti i giorni” non vale!!!). O ancora, se proprio siete dei veri geni del pc, potreste organizzare una cartellina contenente tutte le pagine “preferite” direttamente dal vostro browser e… magia! Prima del colloquio, potrete andare a rileggere per cosa vi siete candidati e, se ci sono delle richieste specifiche, durante il colloquio puntare su quei requisiti che vi caratterizzano e che sono ricercati dal selezionatore.

Punto secondo: quando vi viene posta una domanda , è buona cosa rispondere senza porre un’altra domanda. Esempio: “come risolverebbe un’eventuale problema tra due persone del suo team?”. La risposta “Mh… non so, lei cosa farebbe?” è sicuramente quella sbagliata.
Altra domanda che generalmente mette in crisi i candidati: “perché dovrei scegliere lei per questo posto?”. La risposta che più mi sono sentita dare è: “Non conosco gli altri candidati, quindi non saprei…”. Sbagliato! E’ ovvio che il selezionatore sa che non conoscete gli altri candidati. Dovete avere fiducia in voi, senza finire nel barile delle caxxate. E’ quello il momento in cui fare sfoggio delle proprie competenze e qualità che durante il colloquio possono non essere emerse e quindi giocarsi fino in fino la propria chance: “Ho già gestito problematiche quando allenavo le squadra di pallavolo”, se si parla di una posizione da team leadre, oppure portare alla luce un aspetto che sottolinei la vostra precisione quando si ricerca un contabile.

Punto terzo: mai dare del “tu”. E’ una piccola regola che mi hanno insegnato quando ero molto piccola. Ahimé non tutti abbiamo ricevuto la stessa educazione.
Rivolgersi dando del “lei” al selezionatore è una forma di rispetto che dovrebbe essere messa in pratica sempre, sia che voi abbiate 50 anni e il selezionatore 25, sia che abbiate la sua stessa età.
Sarà poi il selezionatore a chiedervi “posso darle del tu?”. Non date per scontato che il fatto di essere magari entrambi giovani vi dia il eprmesso di essere meno formali, o che essere più grandi significhi avere più esperienza e quindi il rispetto debba essere a senso unico. Personalmente, quando accade, lo trovo molto maleducato, poco rispettoso della mia persona e, soprattutto, vi fa apparire superficiali e poco all’altezza del posto di lavoro (anche se si tratta di andare a lavorare come addetto alle pulizie!) perché il prinmo pensiero che mi salta in mente è “se lo fa con me, lo farà anche con il mio cliente”.

Queste sono i tre suggerimenti che ritengo utili per portare a termine un buon colloquio. Se poi sarete scelti, questo dipenderà da voi!

In bocca al lupo!

Parte Prima

La perla del giorno: Pinocchio

La Perla del Giorno vuole farvi sorridere con noi per le situazioni comiche che capitano in ufficio. Nei dialoghi contrassegneremo con la lettera C il candidato e con la lettera S il selezionatore.

Durante un colloquio:

S: “Percé dovrei scegliere te?”

C: ” Bhe… Ehm…” Pausa di 3 minuti. Il candiato si prende la testa tra le mani e fissa il tavolo.

S: “Tutto bene? Vuoi dell’acqua?”
Altra pausa.

C: “Posso non rispondere a questa domanda?”

S: “Si, anche se non vedo ragioni per non farlo”.

C: “Ok, ma se dico una bugia lei se ne accorge? Ciò posso dirle una bugia?”

s: o_O

Assolutamente “NO COMMENT!!!”

La Perla del Giorno: L’indirizzo sbagliato.

La Perla del Giorno vuole farvi sorridere con noi per le situazioni comiche che capitano in ufficio. Nei dialoghi contrassegneremo con la lettera C il candidato e con la lettera S il selezionatore.

Al telefono:

C: “Buongiorno, è da ieri che sto cercando di inviare il mio curriculum via e-mail all’indirizzo che c’era scritto fuori dalla vostra filiale”

S: “Nessun problema, signore, a che indirizzo la mandava?”

C: “www.nomeagenzia.it”

Senza scomporsi il selezionatore dà l’indirizzo e-mail e si mette in attesa di ricevere un cv con indicate “ottime competenze informatiche”. Con questa espressione:

Penny

Gli orari di apertura delle Agenzie per il Lavoro.

Orario

Le agenzie per il lavoro spesso orari di ricevimento candidati (o, in alcuni casi, ricevono solo su appuntamento).

Rispettare gli orari è importante e suonare il campanello o pretendere di entrare al di fuori di questi non è una cosa carina da fare.
Anche se vuoi chiedere solo un’informazione.

“Ma è il tuo lavoro” mi sento dire. Sì, è vero, ma non solo: ci sono tante cose da gestire ogni giorno e devo anche avere il tempo di cercare nuove aziende che mi aprano le ricerche (sennò dove ti mando a lavorare?) e se è stato deciso a livello nazionale che quelli sono gli orari, un motivo ci sarà, no?
Facciamo un esempio: siete fuori da un bar e il barman sta pulendo il locale prima di aprire. Voi pretendereste davvero di entrare per farvi fare un caffè, sebbene sia chiuso al pubblico?

Quindi il consiglio è: informatevi sugli orari di ricevimento e sulle modalità di invio di candidature spontanee.

 

Cosa sono le categorie protette.

La materia riguardo le categorie protette è ampia e delicata. Si  tratta infatti di una condizione soggettiva di svantaggio, che può essere sia psichica che fisica, che ha come conseguenza quella di non essere in grado di poter svolgere appieno una qualsiasi mansione.

Questi impedimenti sono certificati dall’Inps, che attribuisce al soggetto una percentuale di invalidità e lo iscrive alle liste degli invalidi civili.

Alla base di questo vi è la volontà di aiutare chi è svantaggiato e di fare in modo che ciò non sia troppo d’intralcio nella ricerca di un posto di lavoro.

Ovviamente non tutte le categorie protette sono uguali e vi sono anche casi in cui la condizione è transitoria.

Infine, chi appartiene alle categorie protette… lo sa. Ha un certificato e si è sottoposto a delle visite. Quindi se ti poni la domanda “Ma io sono una categoria protetta?”, stai sereno: la risposta è no.

Per una trattazione più specifica, si rimanda al sito dell’INPS.